L’epidemia di coronavirus ha avuto effetti importanti per quel che riguarda l’andamento del settore dei mutui e dei finanziamenti, in Italia come nel resto d’Europa. Proprio per analizzare le conseguenze che l’epidemia ha avuto da questo punto di vista e per immaginare gli scenari che caratterizzeranno il segmento nei prossimi mesi, la Banca Centrale Europea, tramite un bollettino diffuso dalla Banca d’Italia, ha reso note alcune analisi piuttosto interessanti.
Vediamo insieme cosa è emerso dagli studi della BCE.
Un rallentamento solo apparente
Secondo quanto rilevato dalla BCE, durante il primo trimestre del 2020 si è registrato un rallentamento dell’andamento dei mutui in tutta l’area euro. Questo calo nel tasso di crescita vede come causa principale proprio l’epidemia di coronavirus, che così duramente ha colpito le economie di tutta Europa, ma è importante rilevare che si tratta di un rallentamento che si inserisce in un periodo di crescita: nella prima parte dell’anno, infatti, si era registrata una crescita rispetto agli anni precedenti, “compensando” quindi la decelerazione subita a causa del covid.
Concretamente, il primo trimestre si è concluso a quota 4566,5 miliardi di euro richiesti per mutui per comprare casa, contro i 4524,2 dell’anno precedente, con un tasso di crescita sui dodici mesi dei prestiti alle famiglie per l’acquisto di immobili che è rimasto sostanzialmente stabile fra marzo (4%) e aprile (3,9%).
Tassi molto convenienti
Si prevede un ritorno a tassi più alti
Se si vuole effettuare un investimento nell’immobiliare, è però consigliato rimanere ben informati sull’andamento del settore per cui, ora che l’epidemia sembra essere in uno stato di maggiore controllo a livello europeo, si prevede un ritorno alla normalità.
Infatti, tenuto conto dell’aumento dei costi della provvista bancaria e del ricorso a tassi di riferimento del mercato (ad esempio il tasso interbancario Euribor riferito all’area euro, che è aumentato nel corso del periodo dell’epidemia) per i prezzi dei prestiti bancari, è probabile che gli istituti applichino una certa pressione al rialzo dei tassi applicati sui finanziamenti nei prossimi mesi.