L’epidemia di coronavirus ha certamente colpito in modo significativo l’economia del nostro paese, con effetti negativi sulla maggior parte dei settori produttivi. Anche l’immobiliare non è rimasto indifferente alle conseguenze dell’emergenza covid, ma, a differenza di altri comparti, quello del real estate si è ripreso piuttosto in fretta,e dopo il lockdown i prezzi degli immobili sono aumentati in diverse città italiane, a dimostrare la voglia del settore di tornare ai ritmi pre-emergenza.
Anche l’Istat con un recente studio conferma questo dato, confermando che il covid non è riuscito a diminuire i valori del patrimonio immobiliare italiano, che stava godendo prima della crisi di un buon andamento e che quindi è riuscito bene a riprendersi non appena la situazione di maggior emergenza si è attenuata.
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Come crescono i prezzi?
Secondo quanto rilevato dall’Istat nelle sue stime preliminari sull’andamento del settore immobiliare, nel primo trimestre di quest’anno l’indice dei prezzi delle case ha visto un aumento medio dello 0,9% rispetto al trimestre precedente e dell’1,7% rispetto allo stesso periodo del 2019, una crescita così significativa che non si verificava dal secondo trimestre 2011.
Questo aumento tendenziale dell’indice può essere attribuito a due elementi:
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la crescita dei prezzi delle abitazioni già esistenti, che salgono su base tendenziale dell’1,9%
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l’aumento dei prezzi delle nuove costruzioni, che sono cresciuti dello 0,9%
Buon andamento nonostante le restrizioni
L’andamento dei valori al rialzo si inserisce in un contesto che ha ovviamente visto un brusco calo nei volumi delle compravendite, dovuto alle misure che sono state attuate durante il lockdown per contenere la diffusione del virus e che hanno drasticamente limitato la possibilità di visitare gli immobili e di concludere in modo semplice le varie fasi burocratiche della compravendita, determinano una forte flessione del numero di transazioni fra marzo e l’inizio di maggio.
La nascita di questo divario fra l’andamento dei prezzi in aumento e quello del calo dei volumi testimonia come le misure introdotte per il distanziamento sociale non abbiano avuto alcun impatto sulle quotazioni degli immobili residenziali, mostrando come l’interesse degli italiani per il mattone abbia solo vissuto un momento di pausa dovuto alle circostanze, ma non uno stop per mancanza di interesse verso il comprare casa o vendere casa.
Un settore in ripresa da tempo
La crescita dei valori degli immobili registrata nel primo trimestre del 2020 conferma e rafforza la ripresa che aveva iniziato a caratterizzare il settore già dalla seconda parte del 2019, un aspetto che fa ben sperare anche per il futuro.
Ovviamente, solo con i dati Istat del secondo trimestre e di quelli successivi sarà possibile valutare gli effetti della crisi economica e sanitaria nel suo complesso, ma le prime rilevazioni mostrano comunque un settore forte, che sta essendo capace di fronteggiare bene questo momento complesso per il paese.