Dopo i mesi del lockdown dovuto all’epidemia di coronavirus, durante il quale le richieste di mutui sono per ovvi motivi diminuite, sia per le difficoltà concrete di svolgimento delle pratiche burocratiche legate alle richieste che al blocco di tutte le attività economiche in genere, da maggio gli esperti del settore hanno ravvisato una ripartenza a grande velocità, con il settore che ad oggi sembra aver addirittura un andamento migliore rispetto ai mesi precedenti l’epidemia.
Cosa possiamo aspettarci per il prossimo periodo?
Aumenta la domanda di mutui post-coronavirus
Secondo le prime analisi delle richieste di finanziamento effettuate durante il mese di maggio, a fronte di un sicuro aumento della domanda, emerge anche che le banche sembrano aver generalmente adottato una politica che vede una forte apertura nei confronti della concessione del credito alle famiglie.
Questo aumento delle domande può essere dovuto sia a un “effetto rimbalzo” dopo lo stop forzato imposto dal lockdown, ma anche dalla nuova centralità assunta dalla casa nella vita di tanti italiani che, ora che l’emergenza si è attenuata, fanno richiesta di mutuo per comprare casa e trovare una soluzione più adatta alle nuove esigenze.
Le richieste tornano ai livelli pre-covid
Per quel che riguarda l’importo medio richiesto ed erogato da parte degli istituti di credito, durante il mese di maggio e le prime due settimane di giugno 2020 questo è cresciuto del 9% rispetto a quanto rilevato nello stesso periodo dello scorso anno, con una quota di 134,143.000 euro.
Anche le richieste online hanno subito un boom, complice il periodo di lockdown forzato all’interno delle abitazioni per evitare il più possibile i contatti con gli altri. A oggi, secondo quanto emerso dalle analisi, le richieste raccolte online hanno portato a un incremento del peso delle surroghe, che oggi rappresentano più di un terzo delle domande totali di finanziamento, rispetto al peso del 17% che avevano lo scorso anno.
Nonostante la situazione economica attuale sia oggettivamente peggiore rispetto all’inizio dell’anno, quindi, l’erogato medio è tornato comunque ai livelli registrati all’inizio dell’anno.