In questo momento di incertezza per il turismo italiano, dal governo arriva la proposta di un disegno di legge che vuole regolamentare in maniera più stringente il settore degli affitti brevi.
Se state pensando di comprare casa da mettere in affitto per brevi periodi o se avete già un immobile a reddito tramite questa modalità, ecco qualche informazione utile su questa nuova legge, che sarà probabilmente discussa con la fine dell’emergenza legata all’epidemia di coronavirus, quando il settore turistico italiano avrà bisogno di un nuovo sostegno da parte del governo per tornare a riprendersi al meglio.
I punti principali del provvedimento
Le misure cardine su cui si concentra il disegno di legge sono:
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imporre lo status di “azienda” (con obbligo quindi di avere partita Iva) a coloro che affittano più di tre appartamenti di proprietà - che, in Italia, rappresentano comunque la minoranza di chi ha immobili a reddito con affitti brevi. Con meno di tre immobili affittati, si apre alla possibilità di una cedolare secca al 21%
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un’imposta di soggiorno applicata dai comuni in percentuale non superiore al 10% del prezzo della camera e fino a 5 euro a notte a persona. L’imposta deve essere versata dal gestore, pena una sanzione pari anche al triplo del dovuto
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l’obbligo di pubblicare il codice identificativo per i soggetti che concedono immobili a uso abitativo in locazione a breve termine
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la previsione di un credito d’imposta per la riqualificazione, la digitalizzazione e l’accessibilità delle strutture ricettive
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l’esenzione da diverse imposte per chi apre un’attività ricettiva in aree a rischio spopolamento
L'obiettivo della legge Turismo
Queste misure sono in primo luogo promosse per combattere l’abusivismo e per favorire un’equa e giusta distribuzione degli appartamenti a uso residenziale e turistico, su impulso del Ministero per i beni e le attività culturali.
Nonostante il punto di partenza positivo, però, non tutte le associazioni di categoria e gli operatori del settore hanno avuto un’accoglienza benevola per il provvedimento. In particolare, viene guardata con diffidenza il punto di vista che assimila l’interno settore a un’attività dominata dal sommerso. Inoltre, viene giudicato più utile un approccio che vede una leva fiscale nel senso di incentivi che rendano conveniente l’emersione dal nero, piuttosto che l’assimilazione dei proprietari degli immobili a veri e propri imprenditori.
Una discussione più approfondita fra governo e operatori del settore turistico, comunque, viene rimandata ai prossimi mesi, per trovare delle soluzioni che possano essere congeniali a entrambi gli attori, dal momento che comunque quello degli affitti brevi è un importante settore del tessuto economico italiano, che si desidera sostenere al meglio specialmente in questo momento di possibile crisi economica e turistica causata dagli effetti dell’epidemia di coronavirus.