E’ possibile ottenere l’annullamento del condono edilizio? Se sì, quali condizioni devono essere rispettate?
Prima ancora di approfondire l’argomento è importante chiarire cosa si intende per condono edilizio.
Cos’è il condono edilizio
ll condono edilizio è un provvedimento statale attraverso cui ciascun cittadino ha la possibilità di regolarizzare la propria posizione edilizia nel caso in cui quest’ultima sia in contrasto con una o più norme urbanistiche.
In particolare, tramite il condono edilizio è possibile ottenere la cancellazione di una multa o di una sanzione ricevuta a causa di un’irregolarità presente nella propria costruzione. Nella maggior parte dei casi, le anomalie sanzionate riguardano:
- opere realizzate senza licenza, concessione edilizia o autorizzazione a costruire prescritte dalla legge;
- opere realizzate in base a una licenza, una concessione edilizia o un’autorizzazione annullata, decaduta o inefficace, o comunque in procinto di divenire tale poiché oggetto di procedimento amministrativo.
Come ottenere il condono edilizio
I cittadini interessati devono presentare la domanda per il condono edilizio presso l’ufficio del Condono del Comune, il quale provvede a fornire ogni informazione utile relativa ai moduli necessari da compilare e alle scadenze da rispettare.
Per quanto riguarda, invece, l’annullamento del condono edilizio, la Suprema Corte di Cassazione è intervenuta con sentenza n. 34896/2021 chiarendone espressamente le condizioni.
In particolare, i supremi giudici hanno affermato che l’annullamento del condono edilizio può intervenire nel caso in cui la domanda di condono sia stata formulata con modalità tali da eludere la normativa vigente disposta in materia di sanatoria.
Più specificamente, il caso di specie riguardava due distinte istanze di sanatoria presentate da parte di due soggetti diversi, ma aventi ad oggetto un immobile in comproprietà per il quale non era stata operata alcuna divisione né frazionamento. I due richiedenti, infatti, speravano che il deposito di due distinte domande di condono, anche se relative a un’unica unità immobiliare, avrebbe garantito loro la concessione del condono edilizio, sebbene il volume dell’immobile considerato nella sua interezza risultasse ben maggiore rispetto al limite di 750 metri cubi previsti per il condono (in particolare, 1050 metri cubi).
Ebbene, la Corte ha espressamente sancito che questo modus operandi si configura come elusivo del limite legale di volumetria dell’immobile per la concessione del condono, e dunque contrario a norma di legge.
Di conseguenza, la Cassazione ha evidenziato che nel caso in cui il condono edilizio venga ottenuto tramite la modalità fraudolenta appena descritta, il giudice può accertare d’ufficio l’illegittimità del titolo, disponendo dunque l’annullamento e la disapplicazione dell’atto di condono rilasciato dalla PA.