Durante il lockdown una categoria di persone particolarmente colpita dai suoi effetti è stata quella degli studenti universitari, specialmente i fuori sede. Sono stati molti, infatti, quelli che, all’inizio della pandemia, sono tornati nelle loro città d'origine, lasciando di conseguenza vuoti per molti mesi gli immobili che avevano preso in affitto nella città in cui svolgevano i loro studi.
Ora che gli effetti della pandemia si sono attenuati e che si sta parlando concretamente della riapertura degli atenei a settembre, come stanno pensando di organizzare gli studenti? E, in generale, quali sono i sentimenti degli studenti rispetto a questo difficile periodo che si lasciano alle spalle, anche dal punto di vista economico?
Vediamo insieme come è cambiata la percezione dei fuori sede rispetto a questo segmento del mercato immobiliare.
Abbassare i canoni e chiudere i contratti
Durante i mesi della pandemia, nelle città universitarie si è registrato un importante calo del giro degli affitti, dovuto proprio all’assenza degli studenti universitari. Ben il 65% delle richieste di riduzione del canone di affitto inoltrate durante il periodo del lockdown è infatti arrivato proprio per immobili affittati agli studenti universitari.
Molti, poi, hanno anche deciso, specialmente nel periodo in cui la situazione era molto incerta e non si sapeva prevedere quando la situazione di crisi si sarebbe conclusa, di richiedere la risoluzione del contratto di affitto, considerata la sospensione della frequenza in facoltà e, per molti, di fare ritorno alla sede dei propri studi, essendo ritornati nella città natale.
Numerose agenzie immobiliari hanno rilevato una crescita delle disdette inviate ai proprietari dagli studenti durante il lockdown, con il 37,5% degli agenti immobiliari coinvolti nella ricerca che hanno affermato di aver visto una forte crescita degli annullamenti dei contratti, con disdette praticamente ogni giorno.
Come cambiano i canoni d’affitto?
Il periodo di lockdown ha avuto un effetto significativo anche sui costi degli affitti per immobili locati a studenti universitari, in particolare per quello che riguarda le stanze doppie e singole. La media nazionale ha infatti visto assestarsi il prezzo per una stanza singola a 306 euro mensili, mentre per un posto letto in stanza doppia a 214 euro, con una riduzione di circa il 2% rispetto ai mesi precedenti l’epidemia di coronavirus.
Fra le città che hanno visto una maggiore diminuzione dei prezzi per le stanze in affitto a studenti universitari sono state Genova (che fa registrare il maggior calo di costo per le singole, con un -17%) e Modena.
Diverse sono però anche le città dove i canoni sono aumentati, come ad esempio Rimini e Bologna, dove si è visto un aumento di circa il 10% per le cifre richieste per affittare una stanza singola. Roma e Milano, poi, rimangono saldamente le città in cui gli affitti per studenti universitari rimangono più alti, con una stanza singola che costa in media 592 euro a Milano (+3%) e 429 euro a Roma (+7%).