La Commissione Lavoro abolisce l’obbligo di indicare il compenso del mediatore negli atti di compravendita

Pubblicata il 19/09/2024da Redazione

La Commissione Lavoro della Camera dei Deputati ha recentemente approvato un emendamento che elimina l'obbligo di indicare il compenso percepito dal mediatore negli atti di compravendita immobiliare.

In alternativa, sarà possibile indicare il numero della fattura emessa dal mediatore, garantendo comunque la trasparenza economica e la conformità fiscale.

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Un compromesso per tutelare la privacy

Secondo Santino Taverna, Presidente di FIMAA-Confcommercio, l'abolizione dell'obbligo è stata frutto di un dialogo continuo con il Governo e le Autorità competenti. Sebbene la Federazione auspicava una rimozione totale dell'obbligo, ritenendo che questo ledesse la privacy delle parti coinvolte e la loro libertà contrattuale, ha deciso di appoggiare il compromesso raggiunto.

La normativa originale, introdotta con il decreto legge 223/2006, era pensata per contrastare l'evasione fiscale, ma ha suscitato preoccupazioni circa la protezione dei dati sensibili e la libertà contrattuale delle parti.

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La fattura elettronica: uno strumento alternativo

Maurizio Pezzetta, Vicepresidente Vicario di FIMAA-Confcommercio, ha sottolineato come oggi esistano strumenti più efficaci, come la fattura elettronica, per monitorare i compensi percepiti dai mediatori. L'obbligo di indicare il compenso negli atti di compravendita era, infatti, un caso unico nel contesto degli atti pubblici, in quanto obbligava a rendere pubbliche informazioni sensibili riguardanti le transazioni economiche tra le parti.

Pezzetta ha inoltre ribadito che, nonostante il compromesso raggiunto, FIMAA continuerà a lavorare per ottenere una riformulazione più netta della norma, che tuteli maggiormente la privacy dei professionisti del settore immobiliare.

Un passo avanti per la categoria

La FIMAA ha espresso il suo ringraziamento all'Onorevole Marcello Coppo e al Presidente della Commissione Walter Rizzetto, per la loro sensibilità nei confronti delle problematiche sollevate dalla categoria.

Il compromesso raggiunto rappresenta un importante progresso nella tutela della privacy e della libertà contrattuale nel settore immobiliare.

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