Con l’introduzione dell’obbligo di realizzare un attestato di prestazione energetica, l’ENEA (l'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) ha raccolto tutti i dati relativi alla classe energetica di appartenenza degli immobili.
La classe energetica è sempre più al centro dell’attenzione a causa del caro bollette.
Vediamo insieme la distribuzione degli immobili in Italia per classe energetica e quali sono gli obiettivi per il futuro.
Le classi energetiche degli immobili in Italia
Gli attestati di prestazione energetica al 31/01/2022 nel database SIAPE di ENEA sono 2.915.669.
La suddivisione in percentuale per classe energetica, per immobili residenziali, è la seguente:
- classe energetica G 35,2%;
- classe energetica F 24,5%;
- classe energetica E 16,3%;
- classe energetica D 9,9%;
- classe energetica C 4,3%;
- classe energetica B 2,4%;
- classe energetica A1 2,0%;
- classe energetica A2 1,8%;
- classe energetica A3 1,7%;
- classe energetica A4 2,0%.
Oltre la metà delle abitazioni ricade in classe F e classe G, denotando una bassa efficienza energetica degli immobili presenti in Italia.
I bonus introdotti dal Governo hanno lo scopo di migliorare nel complesso l’efficienza energetica degli edifici e promuovere l’utilizzo di fonti rinnovabili.
Nel complesso il settore residenziale tende ad avere una minore efficienza energetica rispetto al non residenziale.
Gli immobili appartenenti alla classe energetica A rappresentano solo il 7,5% del totale.
I piani per il futuro prevedono per il prossimo decennio la necessità di forti investimenti per migliorare l’efficienza energetica degli edifici.
I piani di sviluppo per il futuro
La Commissione Europea ha presentato una proposta a dicembre 2021 con l’obiettivo di ridurre le emissioni degli edifici del 55% entro il 2030 rispetto al 1990.
Inoltre i nuovi edifici privati dal 2030 non dovranno produrre emissioni nocive.
La Commissione Europea propone che il 15% del patrimonio edilizio residenziale passi dalla classe G alla classe F entro il 2030 e alla E entro il 2033.
Gli stati membri dovranno stabilire dei piani per raggiungere classi di rendimento più elevate tramite piani nazionali di ristrutturazione e raggiungere le zero emissioni entro il 2050.
I piani di sviluppo per il futuro
La Commissione Europea ha presentato una proposta a dicembre 2021 con l’obiettivo di ridurre le emissioni degli edifici del 55% entro il 2030 rispetto al 1990.
Inoltre i nuovi edifici privati dal 2030 non dovranno produrre emissioni nocive.
La Commissione Europea propone che il 15% del patrimonio edilizio residenziale passi dalla classe G alla classe F entro il 2030 e alla E entro il 2033.
Gli stati membri dovranno stabilire dei piani per raggiungere classi di rendimento più elevate tramite piani nazionali di ristrutturazione e raggiungere le zero emissioni entro il 2050.