L’attuale emergenza sanitaria che sta attraversando il nostro Paese, dovuta all’epidemia di covid-19, avrà un impatto importante sulle future abitudini degli italiani, influenzandone il comportamento e le decisioni.
Dal punto di vista del settore immobiliare, si sta già notando, grazie a sondaggi e interviste, che le priorità degli italiani da questo punto di vista stanno cambiando, ad esempio dal punto di vista degli immobili che avranno più valore dopo l’emergenza coronavirus.
Un sondaggio compiuto dall’ufficio studi di Idealista ha fatto emergere anche che, oltre alla tipologia di case e i servizi presenti al loro interno, una modifica potrebbe esserci anche per quel che riguarda le località che si dimostreranno più attrattive. In che modo?
Dai capoluoghi ai piccoli centri
Dopo circa un mese di confinamento a causa dell’emergenza sanitaria, lo studio ha individuato come gli interessi abitativi degli italiani abbiano subito un leggero cambiamento, con delle prospettive di un ulteriore assestamento di queste preferenze, in particolare riguardo alla scelta delle località in cui comprare casa.
Se nel periodo precedente alla pandemia il 34,1% delle ricerche di abitazioni nel nostro paese riguardavano immobili situati nei capoluoghi di provincia, da quando siamo entrati in questa situazione emergenziale questa percentuale è scesa al 30,9%.
Questo fenomeno è stato riscontrato in oltre l’80% dei capoluoghi italiani, comprese le grandi città, con un aumento dell’interesse per comprare casa nella provincia di Milano e comprare casa nella provincia di Roma rispetto che a farlo direttamente all’interno delle due città. A livello percentuale, l’interesse che ha catalizzato Milano è calato dal 63,5% al 62,7% e quello di Roma dal 68,4% al 67,4%.
Come si possono interpretare questi dati?
Si possono leggere questi dati come i primi segnali di un trend che potrebbe affermarsi nei prossimi mesi, con un calo diffuso delle ricerche nelle città rispetto alla provincia. Nel prossimo futuro questa tendenza potrebbe andare a consolidarsi e addirittura ad aumentare, in primo luogo a causa del fatto che molte aziende potrebbero scegliere di continuare a utilizzare le modalità di smart-working come condizione permanente. In questo modo, non sarà più strettamente necessario vivere nei grandi centri per essere più vicini al lavoro, ma sarà possibile optare per realtà meno costose e più a misura d’uomo senza ripercussioni sulla vita lavorativa.
Questi dati mostrano inoltre come molti italiani stiano realizzando, durante questo periodo di quarantena, di vivere in case che non rispecchiano le loro necessità e che preferirebbero vivere in aree lontane dai grandi centri urbani se questi implica la possibilità di avere una casa più spaziosa e indipendente, con aree esterne come giardini e terrazzi.