La separazione è un momento che porta con sé conseguenze traumatiche nella vita e negli equilibri di una famiglia, specialmente se ci si ritrova in presenza di figli minorenni. Oltre all’impatto emotivo, si sommano incertezze date dalla revisione e alla riorganizzazione del quotidiano e delle abitudini del nucleo familiare, insieme alla logistica legata all’abitazione.
A meno di situazioni in cui i coniugi trovino un accordo per proseguire la convivenza sotto lo stesso tetto, si rende necessario infatti il trasferimento di uno dei due coniugi presso una nuova abitazione. Il cambio di residenza è obbligatorio in caso di separazione?
Cosa avviene con la separazione legale
Tecnicamente quello che avviene nell’ordinamento italiano in caso di separazione legale, e specialmente nelle situazioni in cui i coniugi fatichino a trovare un accordo, è l'intervento di un giudice che, in caso di controversie, assume poteri decisionali.
In particolare le sfere che vengono affrontate attraverso la separazione legale sono le seguenti:
- l'autorizzazione per i coniugi a vivere separati (per non incorrere nel reato di abbandono del tetto coniugale);
- la definizione delle condizioni relative all’affidamento di figli minori insieme l’assegnazione della casa familiare;
- stabilire l’eventuale ammontare dell’assegno di mantenimento in favore del coniuge economicamente più debole e dei figli minori.
Separazione e divorzio: le differenze
Per rispondere alla domanda se è obbligatorio o meno il cambio di residenza, in caso di separazione, è bene innanzitutto chiarire un punto fondamentale: la separazione “non pone fine al matrimonio, né fa venire meno lo status giuridico di coniuge”.
Come stabilito dal Codice Civile (articolo 150 e successivi) infatti con “la separazione cessano gli effetti propri del matrimonio”. In poche parole viene meno, tra gli altri, gli obblighi di fedeltà e di coabitazione.
A differenza del divorzio, sempre all’interno del matrimonio, la separazione ha carattere che potremmo definire transitorio ed è possibile quindi riconciliarsi senza alcuna formalità.
Uno scenario diverso potrebbe essere la separazione di fatto, che a differenza della separazione legale, non comporta effetti sulle relazione e sui beni dei coniugi.
In base a queste premesse è quasi logico aspettarsi che per richiedere la separazione non è necessario che i coniugi cambino residenza. Si può infatti continuare a convivere sotto lo stesso tetto pur essendo a tutti gli effetti separati (anche con effetti legali).
Trasferimento di uno dei due coniugi
A differenza dello scenario in cui i coniugi continuino a vivere sotto lo stesso tetto, e risultino comunque separati, è diversa la situazione che preveda il trasferimento di uno dei due coniugi e sul conseguente cambio di residenza.
In caso di “inconciliabilità” e in presenza di figli minori è obbligo di legge comunicare l’eventuale cambio di residenza all’altro coniuge. Secondo l’articolo 337 del Codice Civile, infatti, il termine entro il quale deve avvenire la comunicazione è di 30 giorni, dal cambio di residenza.
Separazione e conseguenze sullo stato di famiglia (e sul reddito)
La separazione, che comporta la cosiddetta disgregazione del nucleo familiare, implica un cambiamento nello stato di famiglia. Lo stato di famiglia è quel documento che riepiloga i dati relativi alla famiglia anagrafica.
Le conseguenze del cambio di residenza si ripercuotono anche sui calcoli relativi all’Isee oltre che sul reddito e sulle agevolazioni fiscali.
Per richiedere l’aggiornamento dello stato di famiglia è necessario presentare domanda all’anagrafe del comune nel quale ci si intende trasferire, il quale provvederà all’invio della Polizia Municipale per effettuare i relativi controlli.
Tra i requisiti per il cambio di residenza compare il tema di “dimorarvi abitualmente”. La residenza anagrafica differisce infatti dal domicilio in quanto corrisponde, o per lo meno dovrebbe corrispondere, al luogo dove vengono stabiliti i propri affari e i propri interessi.